Curriculum Vitae:

dott. Raimondo Pische

Nasce, figlio d’arte, in Sardegna dove consegue la maturità classica

Laurea in Medicina e Chirurgia e Specializzazione in Odontostomatologia con il massimo dei voti e la lode, presso l’Università di Padova

Diploma post-lauream di Medicina Funzionale e di Biorisonanza

Corso biennale SIMF (Milano), riconosciuto dalla Grienshaber Akademie; massimo dei voti

Diploma post-lauream di Omeopatia, Omotossicologia e Discipline Integrate

Corso triennale A.I.O.T. (Milano), riconosciuto da O.M.S. e Accademia di Medicina Biologica; massimo dei voti e lode

Corso di 1° e 2° livello di Neuralterapia SIMF di Milano

Corso annuale e abilitazione di “NuovaMedicina” del Dott. Ryke Geerd Hamer presso il centro Didattico “Amici di Dirk” – Claro, Svizzera

Corso biennale di Kinesiologia Applicata Studio Guidotti – Varese

Corso di Posturologia e Osteopatia applicata all’odontoiatria Studio Pelosi – Parma

Corso annuale e docenza di Medicina Ortomolecolare Polo Didattico GUNA di Milano

Corsi e seminari di formazione personale

Relatore in convegni Nazionali e Internazionali di Odontoiatria Naturale

Libero Professionista e titolare di studio dal 1983

Fondatore e Presidente di A.I.O.B. (Accademia Internazionale di Odontoiatria Bio-olistica

Promotore e organizzatore del I° Congresso Internazionale di Odontoiatria Biologica: “I nuovi paradigmi dell’Odontoiatria ‘Metal-Free’: Metalli Pesanti Endorali ed Immunocompatibilità”. Abano Terme (PD) – 7-8 Novembre 2003

Promotore e organizzatore del I° Convegno di Odontoiatria e Medicina Integrate: “Innovazione, Rispetto Biologico, Rispetto Sociale”. Chioggia (Ve) 24 – 25 Ottobre 2009.

Socio di varie associazioni di categoria.

Padre felice di tre splendidi figli, Giulia, Gloria e Edoard

 

AIOB… Le Origini

AIOB (Accademia Internazionale di Odontoiatria Biologica) si propone una nuova visione dell’Odontoiatria, più rispettosa del paziente ed anche dell’operatore, che, pur avvalendosi della più alta tecnologia oggi esistente, riesca ad integrare i concetti classici della materia con le nuove prospettive di indagine e terapie naturali.

Particolare attenzione viene posta alla biocompatibilità dei materiali usati, alle intossicazioni iatrogene e da metalli pesanti, agli aspetti nutrizionali, alle nuove tecnologie e metodologie.

Tutto ciò è stato raccolto sotto il termine di Medicina Odontoiatrica Biologica

 

Questo era il prologo istituzionale all’atto della costituzione di AIOB, allorché 10 anni fa, fu deciso di dar corpo associativo alle esigenze professionali e scientifiche che sempre più forti emergevano, dopo aver scoperto di essere stato personalmente intossicato dal mercurio delle otturazioni utilizzate quotidianamente nella professione di odontoiatra.

Orbene, a distanza di anni, si può affermare che è stato fatto un bel percorso nell’acquisizione di quella consapevolezza indispensabile alla tutela della propria ed altrui salute: questo cammino viene seguito, insieme, da professionisti e pazienti, nella ricerca di una verità che vada al di là dei grandi interessi industriali e delle imposizioni accademiche e che ha come obiettivo il benessere e la salute dell’uomo.

Già il I° Congresso Internazionale di Odontoiatria Biologica dal titolo “I nuovi paradigmi dell’odontoiatria biologica metal-free: metalli pesanti endorali ed immunocompatibilità” ha, attraverso le relazioni dei migliori esperti mondiali nell’ambito della tossicologia odontoiatrica, dato risposta alle numerose domande che i dentisti si ponevano, ma ha lasciato aperti grandi interrogativi e spiragli attraverso i quali la ricerca scientifica dovrà insinuarsi per rispondere efficacemente alla domanda crescente di prodotti e sistemi altamente biocompatibili.

Oggi, infatti, è sempre più pressante l’esigenza, da parte di professionisti e pazienti, di un approdo sicuro, in termini di verificabilità clinica, rispetto soprattutto alle sostanze usate nella professione medica ed odontoiatrica in particolare.

Per esempio, pur nella ridondanza del messaggio, è opportuno rimarcare la potenziale pericolosità delle otturazioni in amalgama, che sono costituite da una lega di vari metalli (argento, rame, zinco, stagno, etc…) tenuti insieme dal mercurio che rappresenta circa il 50% del contenuto di tali otturazioni.

Il mercurio, sostanza forse la più tossica in natura, non è stabile all’interno di tali otturazioni e rilascia vapori in misura di circa 10 microgrammi/die nel caso di un numero medio (4-5) di amalgami posizionati in bocca.

Parallelamente alla crescita culturale della popolazione (che sempre più spesso rifiuta l’applicazione di sostanze potenzialmente tossiche nella propria bocca ed anzi vuole eliminarle), cresce l’esigenza estetica, per cui aumenta esponenzialmente la richiesta della rimozione delle vecchie otturazioni di amalgama.

Se ciò rappresenta un passo avanti nella consapevolezza, d’altra parte è un grande rischio in quanto la rimozione non protetta, effettuata senza cautela ed adeguata preparazione, può portare alla liberazione di quantità di mercurio nettamente superiori ai 10 microgrammi/die, con potenzialità tossicologiche molto più gravi rispetto alla intossicazione cronica derivata dalle dosi emesse spontaneamente dagli amalgami.

È un preciso dovere di AIOB quello di rimarcare l’attenzione che dev’essere posta in questa delicata manovra nella tutela non solo dei pazienti ma anche degli odontoiatri, che sono i soggetti maggiormente interessati dal pericolo di micromercurialismo e intossicazione potenzialmente sub-acuta, da vapori di mercurio liberati all’atto della rimozione di un’amalgama.

Questa “visione” dell’Odontoiatria è identificabile nel concetto di “rispetto biologico” che dev’essere guida, nell’ottica di una interpretazione olistica della professione che si apre verso i nuovi orizzonti della Medicina Naturale, interpretata in senso integrativo e complementare, e non alternativo (dall’Omeopatia all’Omotossicologia e terapia Chelante, dalla Floriterapia alla Kinesiologia, dalla Osteopatia all’Agopuntura, dalla Medicina Funzionale a quella di Biorisonanza, attraverso tecniche di indagine frequenziale, etc), utilizzando ausilii importanti quali quelli forniti dalla Nutrizione Biologica e dai concetti di Psico-Neuro-Endocrino-Immunologia (PNEI) nella valutazione, appunto, olistica del malato e non della malattia.

 

Negoziati di Stoccolma

“First session of the intergovernmental negotiating committee to prepare a global legally binding instrument on mercury”

La prima conferenza mondiale per l’abolizione dell’uso del mercurio, organizzata a Stoccolma dal 05 all’11 giugno 2010, è stata un evento di portata storica perché si è potuta intravedere una volontà collettiva, una nuova coscienza e attenzione nel rispetto della vita umana e dell’ambiente. Ho avuto l’onore e l’onere partecipare, fra gli oltre 300 delegati provenienti da ogni parte del mondo, unico rappresentante in ambito odontoiatrico dell’Italia (!?) e in qualità di presidente A.I.O.B., al Consensus delle NGO (Organizzazioni non governative) “Working together for a toxics-free future” coordinato da IPEN (www.ipen.org): un programma denso di contenuti e contributi di cui allego gli abstract: la considerazione fondamentale è stata che il mercurio non può essere degradato o distrutto e, di conseguenza, per l’estrema tossicità di questo materiale, devono essere limitate o eliminate le fonti di emissione. Si è spaziato dai progetti di conversione dell’industria per i cloro-alcali in India (3 milioni di tonnellate di soda caustica attualmente prodotti utilizzando il mercurio nelle fasi di lavorazione), al programma di riduzione delle emissioni di mercurio nella combustione del carbone; dal controllo delle emissioni suggerito nel “paragraph 29-study”, alle strategie attuate per la riduzione del mercurio nella lavorazione ed estrazione delle miniere d’oro; dalle linee-guida stabilite dalla Convenzione di Basilea per lo smaltimento del mercurio e la gestione dei rifiuti nel rispetto ambientale, alla rivoluzionaria proposta di “evacuazione ecologica” del mercurio con l’abbandono delle aree e negli impianti dedicati e isolamento in siti geologicamente identificati (rocce multistrato a grande profondità) con livelli di sicurezza tecnologicamente garantiti da strutture e materiali adeguati, impermeabili al mercurio elementare. La parte più importante della conferenza è stata comunque quella dedicata all’amalgama dentale che ha peraltro stimolato il maggior numero di domande e richieste di chiarimenti; in particolare la relazione della rappresentante dell’OMS, Carolyn Vickees, (“Mercury products in health care”) ha evidenziato come sfigmomanometri, termometri, vaccini, cosmetici e …..amalgami, siano prodotti “medicali” contenenti mercurio e, “siccome non dovevamo arrivare alle nove del mattino della prima domenica di giugno nel 2010 per sapere che il mercurio è altamente tossico”, si stanno attuando strategie volte alla sostituzione di tali presidi medicali con prodotti mercury-free. Numerose città nel mondo e alcuni stati (es. Argentina e Filippine) hanno politiche nazionali per il “Mercury-free health care” e comunque l’indirizzo è verso l’eliminazione graduale, la ricerca alternativa, la prevenzione e l’informazione dei pazienti per una scelta libera e consapevole. E’ emersa la differenziazione di valutazione fra i paesi culturalmente ed economicamente “strutturati” e i paesi in via di sviluppo: nei primi è richiesta la possibilità di scelta fra materiali diversi potendo contare anche sull’opzione più costosa ma non tossica; nei secondi la scelta è condizionata dal fattore economico già a monte, nella scelta del dentista che opta per il materiale “meno caro e più duraturo”. La discussione che è seguita, ha portato a considerare come, paradossalmente ma in realtà, l’amalgama è il materiale più caro in assoluto in quanto, seppur vero che rappresenta il composto più economico e più facile da usare per il dentista, esso è quello più costoso per la salute pubblica (sia per i danni diretti ai pazienti sia per le conseguenze sanitarie e relativi costi che derivano alle varie nazioni per la diagnosi e la terapia delle gravi patologie conseguenti all’uso delle 300 tonnellate/anno di amalgama) e per i danni derivati all’ambiente, oltre che per i costi legati allo smaltimento.

Dott. Raimondo Pische

 

Protocollo operativo per la rimozione protetta degli amalgami dentali

Data la delicatezza e pericolosità dell’intervento di rimozione degli amalgami dentari è stato approntato un rigido protocollo basato sui seguenti punti:

  1. RIMOZIONE SEQUENZIALE
    Si effettua la ricerca del dente (e del quadrante) più reattivo tramite il rilevamento di correnti elettrogalvaniche e delle singole cariche elettriche (Huggins consiglia la rimozione dal dente a carica elettrica negativa più alta a seguire in successione verso quello con più bassa carica e poi dal dente a carica positiva più alta fino all’ultimo a carica più bassa). Tale ricerca può essere validamente supportata anche tramite i test di Kinesiologia Applicata o i metodi di indagine frequenziale e di biorisonanza
  2. INDICAZIONI DIETETICHE
    Eliminare il pesce (maggiore fonte di metilmercurio), la caffeina, i carboidrati raffinati; incrementare il consumo di frutta e verdura fresche e fibre in genere (per diminuire il tempo di trasporto intestinale), carbone attivato (che assorbe le tossine nel tratto intestinale): tutto ciò riduce il riassorbimento dei metalli tossici nell’intestino. Bere molto: 2-4 litri al giorno di acqua “viva” con bassi ph e residuo fisso. Consigliati gli alimenti biologici (pesticidi e diserbanti contengono metalli pesanti). Seguire comunque una alimentazione “alcalinizzante”, così da ridurre l’acidosi tissutale che è alla base dei fenomeni ossidativi e di formazione di radicali liberi
  3. RACCOMANDAZIONI IGIENICHE
    Eliminare il fumo e i cibi troppo caldi e non masticare gomme (calore e abrasione aumentano il rilascio di Hg); particolare attenzione all’igiene orale (pur senza sfregamento eccessivo sulle otturazioni che ne favorirebbe l’emissione di vapori di mercurio) in quanto la flora batterica trasforma il mercurio inorganico in metil-mercurio, ancor più neurotossico; evitare altre esposizioni al mercurio (per es.: tinte per capelli, mascara, batterie, termometri, adesivi, solventi e vernici, insetticidi e pesticidi, luci al neon, manometri, farmaci quali mercurocromo e vaccini con thiomersal, soluzioni per lenti a contatto, tatuaggi, etc…); esercizio fisico e saune: la sudorazione favorisce la traspirazione e l’eliminazione dei metalli pesanti attraverso la cute; eventuale idrocolonterapia (una alla settimana durante il programma di bonifica o 24-48 ore dopo ogni rimozione) che consente una valida detossificazione.
  4. PROTEZIONE DEL PAZIENTE E DELL’OPERATORE
    Apposita terapia di drenaggio omeopatico e/o omotossicologico per la “spremitura” della matrice mesenchimale, oltre che un supporto chelante ed antiossidante (specialmente Vitamina C, Vitamina E selenio, zinco) per via orale. I vari rimedi vanno testati singolarmente: la scelta verrà affidata all’esperienza dell’operatore e calibrata in base alla severità del caso clinico. La terapia drenante e di apporto supplementare va cominciata 2 settimane prima, e proseguita per 4-8 settimane dopo la rimozione. Nel caso di patologie particolarmente importanti, con sospetto o accertato riferimento alle otturazioni da rimuovere, si consiglia un’integrazione endovenosa antiossidante e di chelazione con flebo, che può essere composta da 500ml di fisiologica, vitamina C (da 5 a  30 grammi), glutatione, durante la seduta di rimozione. La Terapia Chelante in fleboclisi (EDTA) o endovena (DMPS), va comunque effettuata, con il relativo protocollo, previa valutazione dei parametri clinici e biochimici e successiva misurazione dei valori escretori di mercurio e degli altri metalli pesanti (mineralogranna e test di chelazione).
  5. TUTELA  MECCANICA DELL’OPERATORE
    Abbigliamento possibilmente monouso, copricapo, occhiali e, soprattutto, l’utilizzo di maschera semifacciale munita di filtri specifici per i vapori di mercurio
  6. TUTELA MECCANICA DEL PAZIENTE
    Copricapo, uso della diga di gomma (gli elastomeri sono più impermeabili del lattice) e della c.d. diga liquida per sigillare le aree intorno al dente: il foglio elastomerico, già bloccato sul dente da trattare, va inserito sul sistema ad anello, altamente aspirante, posizionato intorno alla bocca del paziente (Merc-Off); intubazione endonasale di aria pura (in bombola o da circuito centralizzato) oppure ossigeno nei casi in cui necessiti; protezione degli occhi con occhiali o pezze umide
  7. PROTEZIONE DELL’AMBIENTE
    Sarebbe utile mantenere nello studio in cui si effettua la rimozione un’elevata umidità relativa e una temperatura sotto i 20,5 °C, livello sopra il quale comincia la vaporizzazione del mercurio), così da non accentuare un fenomeno che già è presente alla temperatura corporea. La stanza avrà le finestre aperte; qualche autore consiglia grosse ventole a soffitto (che garantiscono un ricambio d’aria da 2000 a 4000 m3/ora) ed aspirazione a pavimento. Sarebbe comunque utile una periodica valutazione dell’ambiente di lavoro, tramite un misuratore di mercurio nell’aria. Per la tutela dell’ambiente esterno è indispensabile l’utilizzo di un separatore di amalgama, sul riunito o a valle di tutti i riuniti, che trattenga gli eventuali residui aspirati senza che vengano immessi nella rete fognaria.
  8. PERIODICITÀ DELL’INTERVENTO
    Le rimozioni vanno effettuate una ogni 4-6 settimane in quanto tale intervallo di tempo è quello necessario affinché la concentrazione di Hg nella saliva e nelle feci torni a valori almeno uguali a quelli precedenti alla rimozione stessa, sempre nell’ipotesi, improbabile, di una “contaminazione” determinata dall’atto di rimozione. Variazioni di questi tempi possono essere determinate in base all’assoluta assenza di sintomatologia da parte del paziente (anche dopo il test rappresentato dalla prima, cauta, rimozione dell’amalgama) e dalla semplicità dell’intervento: se non c’è contatto alcuno con l’amalgama si potrebbe procedere con la rimozione multipla nella stessa seduta (in particolare se viene eseguito il trattamento infusionale perioperatorio)
  9. TECNICA OPERATIVA
    Garantire, associato al sistema aspirante periorale (Merc-Off), la più efficace aspirazione endorale ad alta velocità, con una cannula a bocca larga su un terminale e, quando tecnicamente possibile, con un aspiratore pericoronale (clean-up) al posto dell’aspirasaliva, sull’altro terminale. La rimozione va effettuata con un moltiplicatore ad anello rosso  (alta torque e basso regime rotatorio), con abbondante irrigazione fredda e con l’uso di una fresa a fessura sottilissima al carbonio di tungsteno che permetta il taglio sia dello smalto che dell’amalgama con eguale efficacia ed in tempi velocissimi. Tale fresa consente di non scaldare e nebulizzare l’amalgama nel caso fosse necessario venirne a contatto. L’atto demolitivo va effettuato cercando di “sgusciare” l’otturazione, tagliando lo smalto intorno ad essa, creando quasi un piano di clivaggio che ne permetta l’enucleazione senza fatica. Chiaramente è necessario sacrificare una parte di smalto e di dentina, nella convinzione che ciò sia il male minore: è preferibile toccare il meno possibile l’amalgama soprattutto nei casi di gravi patologie, nelle quali anche un ulteriore minimo rilascio di mercurio potrebbe essere molto dannoso. A questi livelli si deve intendere l’odontoiatria in termini tossicologici e non solo conservativi ed estetici. Si tratta di anticipare la preparazione “svasata” e conica che sarebbe in ogni caso necessaria per un intarsio o una otturazione in composito, eliminando il sottosquadro che invece caratterizzava la precedente preparazione per l’otturazione in amalgama. A questo punto si procede all’asportazione del blocco in toto, se possibile, o frammentato in grandi porzioni qualora sia stato necessario dividere, per opportunità clinica, l’otturazione stessa. Tale asportazione va eseguita con mini-leve dedicate o con un escavatore (di calibro variabile in base alla possibilità di inserimento) con il quale viene effettuata una ragionevole, prudente, azione di leva. Se la situazione lo richiede può essere utilizzato un estrattore per corone con il quale si “picchietta” delicatamente sul blocco da rimuovere dopo aver creato lo spazio necessario per l’inserimento dello strumento; allo stesso modo può essere utilizzato un martelletto pneumatico che permetta di “scalzare”, senza danneggiare la struttura dentale, la vecchia otturazione dalla sua sede. Sia che venga aspirato nel raccoglitore d’amalgama, sia che venga immediatamente recuperato, il vecchio manufatto andrà smaltito come rifiuto tossico-nocivo. Dopo aver ripulito con attenzione la cavità, si apporrà l’otturazione provvisoria (preferibilmente all’ossifosfato o compositi resinosi neutri), affinché eventuali detriti residuali non vengano intrappolati dall’immediata ricostruzione del dente. Se le condizioni cliniche lo consentono, in questa fase si può ultimare la preparazione e rilevare immediatamente le impronte per la preparazione degli intarsi. Questi ultimi dovranno essere eseguiti in materiali (ceramica o composito) bio-compatibili. La chiusura del dente avverrà in una successiva seduta con materiale, testato idoneo. E’ meglio non chiudere immediatamente con compositi per evitare anche il minimo insulto ad un sistema immunitario già ferito.
    Caratteristica peculiare del nostro sistema di rimozione, è l‘inversione frequenziale della prima otturazione in amalgama rimossa, attraverso apparecchiatura di biorisonanza (Bicom optima); ciò consente di effettuare una sorta di “chelazione”, biologicamente molto ben tollerata (attraverso chip o rimedio in gocce),  per tutta la durata della terapia di rimozione.
  10. CONTROLLO
    Prima, durante e dopo la rimozione, misurare il maggior numero di parametri chimico-ematici; utile la ricerca, prima e dopo la bonifica, del mercurio nelle feci e la valutazione della sua escrezione urinaria; 4-8 mcg di mercurio nelle urine, è un indice accettabile: livelli inferiori possono suggerire l’incapacità di espulsione e quindi la persistenza di mercurio nell’organismo con conseguente “tossicità da ritenzione”; livelli superiori durante la bonifica indicano la capacità di escrezione. Se possibile, effettuare un esame con BEV (BioElettronica di Vincent) per valutare la situazione del terreno biologico, attraverso l’analisi di ph, resistività e potenziale di ossido-riduzione di saliva, urine e sangue. Tale metodica può indirizzare anche sulla effettiva opportunità, o meno, di rimuovere gli amalgami in quel dato momento ed in particolare situazione immunitaria. Il Mineralogramma (che fornisce un indizio sui livelli di escrezione o ritenzione del mercurio) ed il Test Melisa sono affidabili anche se sono possibili falsi negativi. L’uso dei sistemi di biorisonanza permette di seguire nel tempo l’intossicazione da mercurio, di testare tollerabilità ed efficacia sia della terapia che dei materiali e, inoltre, rende possibile la ricerca di eventuali altri foci orali e valutare le correnti elettrogalvaniche. Utile si è rivelato l’utilizzo della MRT(Matrix Regeneration Therapy) metodica ideata dal Dott. Bodo Kohler, basata sulla “spremitura” della matrice mesenchimale.

Il tutto in associazione a terapia omotossicologica di supporto.

Fondamentale è l’integrazione con oligoelementi e/o ossiprolinati guidati dai valori emersi con il mineralogramma.

La Terapia Chelante, qualora necessaria, si rivela fondamentale, specialmente nei casi acuti e sub-acuti, sia nella disintossicazione profonda che quale challenge-test per valutare l’effettiva escrezione dei metalli pesanti.


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