CURRICULUM

Immagine dott Andrea Pelosi

Il coordinatore dell’Accademia Posturocclusale é il Dott. Andrea Pelosi, laureato nel 1987 in Odontoiatria e Protesi Dentaria presso l’Università di Parma, è libero professionista in Parma e Sarzana (SP).

Si occupa di patologie orali collegate a problemi posturali, e in modo particolare di riabilitazioni protesiche complesse in pazienti disfunzionali.

Collabora con otorinolaringoiatri, ortopedici, fisiatri, osteopati, chiropratici, oculisti. E’ coordinatore dell’Associazione Culturale “Accademia Posturocclusale”.

E’ autore di numerosi lavori e relatore a Congressi e corsi di aggiornamento sulla terapia occluso posturale, riabilitativa, roncopatie, apnee del sonno (O.S.A.S.).

Dal 93 è consulente CONI e FISI per problematiche occluso-posturali negli atleti delle squadre nazionali. Insieme a ortopedici, oculisti, chiropratici fa parte di un gruppo di studio che valuta e controlla le interferenze posturali negli atleti delle varie squadre nazionali, e nell’ambito di questo gruppo e’ il responsabile per le problematiche odontoiatriche.


ACCADEMIA POSTURALE

L’Accademia Posturocclusale nasce dall’esigenza, sempre più attuale di rileggere la professione odontoiatrica in un ottica multidisciplinare.

In linea con la produzione scientifica maggiormente innovativa, lo scopo dell’accademia è quello di indagare quali siano le correlazioni fra l’apparato stomatognatico e l’assetto posturale.

Le osservazioni cliniche raccolte da metà degli anni ottanta ad oggi, in collaborazione con chiropratici, ortopedici, osteopati, suggeriscono la possibilità di approntare differenti iter diagnostici e nuovi schemi terapeutici per fornire una risposta eziologica, e non più solo sintomatologica ai disordini posturo occlusali.
Questa risposta presuppone la rottura con alcuni concetti codificati dalla tradizione scientifica odontoiatrica e la revisione ragionata di altri; l’evoluzione della medicina, però per quanto piccoli potessero essere i progressi, ha sempre implicato l’abbandono di certezze note per certezze da scoprire e da sperimentare.
E’ innegabile che quello dei disturbi posturo occlusali sia un campo di studio complesso e relativamente recente, ma, soltanto attraverso un approccio in equilibrio fra l’ultraspecializzazione e la sinergia con altre discipline mediche l’Odontoiatra sarà in grado di definire un nuovo approccio diagnostico e terapeutico.
L’obiettivo dell’AP è quello di adoperarsi per creare momenti e spazi per favorire la ricerca, la comunicazione ed il confronto fra i professionisti delle varie discipline, un grazie a chi, da anni promuove, questa nuova concezione della professione odontoiatrica e un benvenuto a chi vorrà con consigli e suggerimenti contribuire allo sviluppo e l’approfondimento di questi temi.


Posturologia e bite: Nuove visioni anche nello sport

Non esiste alcuno sport in cui l’utilizzo del bite sia controindicato, anzi visti gli ottimi riscontri  sempre più sportivi nelle varie discipline lo adottano con successo.

La scelta del bite dipende innanzitutto dalla compatibilità con il singolo atleta, e in relazione alla disciplina sportiva.

Nella realizzazione di bite sono da prediligere i materiali plastici che, grazie alle loro diverse caratteristiche fisiche, consentono una consistenza diversificata ed un’ottima modulabilità, in quanto la morbidezza interna assicura il comfort all’atleta e la rigidità occlusale garantisce la stabilità dimensionale.

Negli sport  come la velocità in atletica e discesa libera nello sci alpino ,in cui la prestazione ad alta intensità si svolge in tempi relativamente brevi, sono preferibili bite rigidi che obbligano la mandibola in una posizione fissa anche in situazioni di grosso stress occlusale.

Nel motociclismo o automobilismo e sport o discipline di fondo in atletica leggera preferiamo i bite semirigidi, qui l’aspetto da considerare è la prevenzione delle,  parafunzioni che genera i gesto atletico e ammortizzare le vibrazioni a cui i piloti sono sottoposti , c’è  da considerare che gli sport motociclistici e automobilistici e di velocità con gli sci vengono svolti con il casco che va a creare delle tensioni sul cranio e soprattutto nella zona ATM