Nel 1920 il dott. Carrel, vincitore del premio nobel, dimostrò che l’essere umano vive poco più del 50% del suo reale potenziale di vita. “Siamo geneticamente programmati per una vita di 120 anni”, confermano anche gli scienziati russi. La diminuzione della probabilità di vita è correlata all’invecchiamento delle arterie, dovuto all’eccesso di calcio che si accumula in esse.

L’eccesso di calcio circolante nel nostro sangue, puo’ provocare malattie degenerative come: arteriosclerosi, cardiopatie, diabete, cancro, attacchi, ischemici, cirrosi, malattie renali, invecchiamento, etc. e patologie conseguenti all’ispessimento e all’indurimento dei vasi arteriosi. E’ senz’altro possibile vivere a lungo e in maniera più attiva, semplicemente utilizzando questo insostituibile strumento : la terapia chelante.

Quando le arterie si restringono, il flusso di sangue alle cellule, ai tessuti, agli organi diminuisce sensibilmente. In 24 ore vengono completamente sostituiti oltre 5 bilioni di cellule grazie all’erogazione sanguigna.

Il rimpiazzo di materiale strutturale consente di mantenere l’attività vitale dei tessuti. Se la circolazione sanguigna viene compromessa, questi processi divengono discontinui e una determinata zona dell’organismo interrompe le funzioni. Questo è il meccanismo alla base dell’indurimento e dell’invecchiamento delle arterie.

Ma che cosa è la terapia chelante? E’ la somministrazione per via endovenosa di EDTA, un “aminoacido fatto a mano”, che ammorbidisce le arterie, ringiovanendo tutto il sistema cardiovascolare. Ciò fa si che le cellule possano espellere dalle pareti arterio se il calcio in eccesso.

L’EDTA (ac. Etilendiaminotetracetico) agisce come una calamita per le cariche positive del calcio e di altri ioni metallici; viene così reso inoffensivo il calcio minerale ( quello che incrosta le pareti), impedendogli di produrre il restringimento del calibro delle arterie. Il sangue fluisce più liberamente attraverso i vasi, per trasportare i necessari nutrienti a tutti a tutti i vasi distretti cellulari del corpo.

Com’è noto gli elementi del regno minerale non possono venire direttamente assimilati dalle cellule animali; le sostanze minerali inorganiche, spesso somministrate in megadosi a profusione tramite sedicenti pseudoprotocolli nutrizionali, comportano un sovraccarico di elettroliti nel sangue. Questi elettroliti in eccesso devono necessariamente essere eliminati dalla filtrazione renale perché, a lungo andare, determinano un consistente deposito calcareo che a sua volta disturba la normale secrezione del nefrone, che perde la sua normale funzionalità, aprendo l’accesso alle malattie degenerative.

L’unica forma di calcio somministrabile è quello proveniente dal mondo vegetale (aminochelato o sotto forma di idrossiepatite). L’eccesso di calcio purtroppo prescritto da alcuni medici disinformati, può essere peggiore della carenza stessa, facilitando l’insorgenza o il peggioramento di litiasi biliari – renali e arteriosclerosi.

E’ possibile far regredire l’aggregazione del calcio all’interno delle arterie senza ricorrere alla chirurgia, senza dolore, e senza uso di farmaci: attraverso la chelazione; trattamento scarsamente conosciuto dall’opinione pubblica e controverso per la classe media, che non ne conosce perfettamente il funzionamento.

La somministrazione di EDTA realizza l’ideale calcio – bloccaggio o calcio – antagonismo che sta realizzando una rivoluzione nella prevenzione della Angina Pectoris, e dei sintomi degenerativi a carico dei vasi. Più di 300.000 persone hanno ricevuto oltre 3.000.000 di somministrazioni endovenose e di EDTA nell’arco del 1988. Frankel definisce la chelazione: una terapia medica mirata a ridurre il contenuto di calcio nelle placche ostruttive delle arterie, specialmente nel distretto coronarico e in altre zone del sistema vascolare. La terapia sicura e priva di dolore consente di evitare dei reali rischi di morte, che si presentano, invece, con la chirurgia vascolare a cielo aperto.

Nell’evenienza di un intervento chirurgico il paziente sa che le probabilità di sopravvivenza sono sensibilmente aumentate dal miglioramento clinico in fase pre – operatoria, che si può ottenere con i trattamenti chelanti.

La terapia chelante consiste nell’iniezione trisettimanale per via endovenosa di un aminoacido sintetico chiamato appunto Acido Etilendiaminotetracetico (EDTA), che si lega, oppure “si chela” se preferite, con taluni minerali, che sono presenti nel circolo. Dal momento che il calcio è il secondo minerale in ordine quantitativo nel sangue, questi agenti chelanti hanno profondo effetto su tale metabolismo e sulla bio – disponibilità. Viene bloccato il calcio (ionico) e rimosso attraverso il sistema urinario.

Eminenti scienziati riconoscono attualmente che la principale causa delle alterazioni del sistema circolatorio sono appunto lo spasmo o la costrizione delle arterie, e sebbene non sia stata ancora perfettamente identificata la causa, si ritiene che il problema maggiore coinvolga alcuni disturbi del metabolismo del calcio nel sistema cardiovascolare.

Bisogna distinguere una arteriosclerosi delle grandi, medie e piccole arterie (carotidi, coronarie, arterie dell’addome, renali, femorali, etc.) che si estrinseca con una placca fibro – lipidica della tunica intima arteriosa, sulla quale si deposita un’ingente quantità di calcio, con conseguente, progressiva riduzione del diametro, di una arteriosclerosi che interessa la tunica media delle arteriole, provocandone la perdita della muscolatura e la incapacità alla concentrazione e alla dilatazione.

Il primo meccanismo interviene nel 99% dei casi; il secondo ovviamente, nell?1%. L cellula poco irrorata a causa delle lesioni stenosanti il lume delle arterie, va incontro a una serie di fenomeni degenerativi, tra cui quello che riscuote attualmente maggior interesse riguarda alterazione del metabolismo del calcio.

Questo è normalmente uno ione extracellulare che, in condizioni di ischemia tessutale, irrompe entro il clitoplasma, compaginando la membrana limitante e distruggendo il citoscheletro, impedendo i normali scambi con il tessuto circostante e costituendosi agli altri elementi citoplasmatici. Alla cellula così colpita non resta che mettere a disposizione tutte le riserve energetiche residue al fine di rimuovere l’abnorme accumulo di calcio in essa creatosi. Ne consegue un progressivo deterioramento della cellula che esita nella morte cellulare stessa. In conclusione troppo calcio danneggia le cellule, talora irrimediabilmente.


Benefici della terapia chelante

Ringiovanimento tessutale generale dovuto al migliorato afflusso ematico, nei vari distretti corporei.

  • Prevenzione dei depositi di colesterolo nel fegato e nel sangue.
  • Diminuzione dell’ipertensione, nel 60% dei casi trattati.
  • Diminuzione degli effetti collaterali di sovradosaggio digitale.
  • Ritorno alla normalità nel 50% delle artmie cardiche.
  • Miglioramento della concentrazione cardica (azione inotropa positiva).
  • Riduzione e/o scomparsa di episodi di “angina subentarnte”.
  • Incremento del potassio intracellulare.
  • Riduzione della irritabilità del cuore.
  • Aumento della rimozione del piombo circolante.
  • Rimozione del calcio dalle placche aterosclerotiche.
  • Dissolvimento di calcoli renali.
  • Protezione contro l’intossicazione da ferro e patologie da accumulo di tale metallo.
  • Riduzione delle calcificazionj valvolari cardiche: miglioramento della funzione cardica.
  • Disintossicazione da veleni diofili e aracnidi.
  • Riduzione della pigmentazione scura delle vene varicose.
  • Miglioramento del trofismo delle ulcere necrotiche calcificate.
  • Riduzione degli effetti inabilitanti della claudicatio intermittes.
  • Miglioramento visivo nella retinopatia diabetica.
  • Miglioramento della degenerazione maculare con dissolvimento di piccole cataratte.
  • Miglioramento del rendimento e delle prestazioni sessuali.

Inoltre il trattamento può:

  • Eliminare la tossicità dei metalli e rendere le arterie più flessibili;
  • Prevenire artrosi e osteoporosi, riabilitare gli anziani;
  • Ridurre sensibilmente, fino alla scomparsa, svariati sintomi correlati all’artrite reumatoide;
  • Ridurre l’invecchiamento, rughe e smagliature;
  • Assicurare il giusta fabbisogno di zinco nel sangue, riducendo il fabbisogno insulinico dei diabeti;
  • Dissolvere i grandi e piccoli trombi.

Concludendo, nonostante i costi proibitivi e limitato campo d’azione, la chirurgia cardiovascolare è ancora ampiamente diffusa, ma fattore limitante principale è rappresentato dal calibro e dall’accessibilità dei vasi. Piccoli vasi sanguigni non possono essere sottoposti a trattamenti chirurgici, e molti vasi arteriosi sono letteralmente “seppelliti profondamente” nei tessuti, cosi come nel cervello. Per tale motivo non possono essere facilmente raggiunti dal chirurgo.

In alternativa, laddove la chirurgia è impotente e nulla può, ecco giungere in aiuto la terapia chelante che consente rapidi miglioramenti circolatori in qualsiasi zona, anche la più sperduta del sistema cardiovascolare.

La mancanza di effetti collaterali, rende la terapia chelante alternativa alla “chirurgia del bypass”, nella quale si riscontra un 8,5% di mortalità subordinata all’esperienza cardio – chirurco e del suo staff, e nella capacità di trattare le complicanze, connesse alla condizione post – chirurgica del paziente.

Negli U.S.A. l’Istituto Nazionale della Salute, nel marzo ’77 ha sentenziato che nessuno dovrebbe essere avviato alla chirurgia del bypass, se non per interrompere i casi di angina subentrante o intrattabile.
La relativamente elevata mortalità della chirurgia del bypass puo essere ovviata con l’uso della terapia chelante, durante e dopo il trattamento.

I pazienti dovranno essere informati su come svolgere una regolare attività fisica giornaliera, e assumere dosaggi opportuni di aminoacidi, vitamina E, C, A, complessi B e minerali, che aiuteranno le arterie a mantenersi elastiche. E’ raccomandabile la periodica monitorizzazione degli aminoacidi plasmatici e urinari e l’esecuzione di un mineralogramma (valutazione del pool di minerali circolanti e tessutali in base allo studio morfologico spettrofotometrico del capello) allo scopo di determinare l’opportuna supplementazione aminoacida e minerale che dovrà essere scrupolosamente osservata per i migliori risultati.

Il paziente dovrà smettere di fumare, ma più di tutto le sedute di terapia chelante per via endovenosa a base di EDTA consentiranno, in 20 – 25 sedute, della durata di 3 ore ciascuna, da praticare anche ambulatorialmente 2 o 3 volte alla settimana, di ricondurre questi pazienti ad un migliorato stile di vita e di salute.

Il ciclo di terapia prevede un richiamo mensile per 10 sedute e può essere ripetuto almeno dopo 12 mesi.

La terapia chelante è stata utilizzata negli Stati Uniti fin dal 1952.

Prima di questa data tale trattamento era utilizzato semplicemente per curare quei casi intossicazione acuta da piombo o da metalli radioattivi con regolare approvazione della FDA. In questo momento oltre 3000 pubblicazioni scientifiche hanno descritto gli aspetti della terapia chelante. Il trattamento è risultato utile in uno svariato numero di malattie, il cui problema fondamentale era l’interferenza con il circolo sanguigno, specialmente in relazione al metabolismo del calcio.

Nei casi in cui la patologia arteriosa interessi i distretti circolatori cerebrali, con conseguente compromissione della memoria, dell’umore, dell’affettività e dell’attenzione, praticando la terapia chelante, si otterrà notevole recupero di tali funzioni.

Per poter praticare la terapia chelante, il paziente che presenta i segni clinici di una vasculopatia, dovrà eseguire preventivamente una visita internistica e Angiologica.

Si dovranno eseguire gli esami di Laboratorio di routine e gli esami strumentali specifici della vasculopatia da curare.

Durante la terapia si eseguiranno esami ematochimici specifici a integrazione dei precedenti , ECGA, Flussimetria, Doppler, Spirometria, Esame del fondo oculare, Consulenza Ortopedica, Consulenza Fisiatrica, Dietoterapia e tutte le presentazioni specialistiche che verranno ritenute opportune.


Che cos’è la terapia chelante?

E’ la somministrazione, per via endovenosa, di un aminoacido, l’EDTA, che

  • ammorbidisce le arterie
  • ringiovanisce
  • tonifica
  • rivitalizza

non solo il sistema vascolare ma anche tutti gli altri tessuti.

La riattivazione del microcircolo

  • riduce il processo di invecchiamento
  • le rughe
  • le smagliature

Con la terapia chelante possiamo:

  • riformare lo spessore dell’osso eroso dall’osteoporosi fornendo Ca ionico agli osteoblasti fabbricanti di osso;
  • ripulirci dai metalli tossici di cui tutti siamo intossicati (per lo stile di vita, l’ambiente, l’acqua, il cibo, il fumo, l’aria) la cui persistenza cronica nel nostro organismo è stata dimostrata essere la prima causa delle malattie degenerative (Morbo di Parkinson, Morbo di Alzheimer, SLA, Cataratta, Degenerazione maculare della retina, Malattia arterosclerotica;
  • ritardare gli effetti dell’invecchiamento contrastando il naturale indurimento delle arterie, riducendo l’ipertensione ritrovando nuova vitalità;
  • creare dei “by-pass naturali” compensando eventuali ostruzioni arteriose;
  • controllare i radicali liberi migliorando in tal modo la nostra salute. I radicali liberi sono veri “squali” molecolari che danneggiano le molecole della membrana cellulare, i mitocondri (i centri energetici della cellula) e il DNA (l’intelligenza della cellula). Questa distruzione contribuisce a provocare attacchi cardiaci, artrite, cancro ed il processo di invecchiamento;
  • rimuovere le placche di calcio dal microcircolo “prima causa di invecchiamento”.

ABBIAMO L’ETA’ DELLE NOSTRE ARTERIE e con la terapia chelante i vasi diventano più elastici anche perché viene favorita la ricostituzione dei legami di collagene.

Il meccanismo della TERAPIA CHELANTE non è solo quello di RIPULIRE IL MICROCIRCOLO dalle placche di calcio e fibrina ma soprattutto quello di:

RICREARE il COLLAGENE (parte elastica) dei vasi stessi ridonando l’elasticità perduta.

Si ha un riscontro clinico attraverso i seguenti esami:

* Angioscopia
* Coronorografia
* Capillaroscopia

Clinicamente il paziente ritorna alla vita normale con una rinnovata vitalità.

AGISCE :

Sull’ETA’: —–> ritardando gli effetti dell’invecchiamento
—–> migliorando l’aspetto fisico
—–> prevenendo l’arteriosclerosi

—–> prevenendo le malattie degenerative

sullo STRESS: —–> contrasta l’azione dei radicali liberi

sul CUORE e VASI: —–> previene l’arteriosclerosi
—–> ripristina il circolo senza il chirurgo
—–> previene le ricadute dopo by-pass

sulle INTOSSICAZIONI: —–> ripulisce velocemente e massicciamente
—–> i tessuti dai metalli tossici.

—–> RADICALI LIBERI
STRESS: —–> INVECCHIAMENTO <—– TERAPIA CHELANTE
—–> DIFESE ORGANICHE


INTOSSICAZIONE METALLI PESANTI
Alluminio —–> <—– Amalgama dentaria
Arsenico —–> <—– Inquinamento ambient.
Piombo —–> <—– Inquinamento atmosf.
Rame —–> <—– Acqua
Zinco —–> <—– Cibi
Nichel —–> <—– Fertilizzanti
Mercurio —–> FONTI <—– Fornaci
Manganese —–> <—– Fumo sigarette
Cadmio —–> <—– Aria
Cobalto —–> <—– Stoviglie
Selenio —–> <—– Coloranti
Cromo —–> <—– Conservanti
FONTI —–> DIAGNOSI :
*Mineralogramma
*BEV -BTA
*EAV – VEGA
—–> TERAPIA CHELANTE
INDICAZIONI.

Malato Vascolare:

.Malattie vascolari importanti
.Malato cardiaco cronicizzato
.Vasculopatico cerebrale iniziale
.Ischemia critica o IV stadio (non indicazione chirurgica)
.TAC – zone ischemiche
.By-pass ( il by- pass guarisce il sintomo NON la malattia)
.Degenerazione maculare retinica
—–> Cambia la carica elettrica delle piastrine
—–> Riduce lo spasmo arteriolare
—–> Riduce il colesterolo epatico
—–> Riduce l’iperplasia dell’intima nelle stenosi vascolari
EDTA —–> Riduce l’ipertensione
—–> Si lega al Ca e Pb liberando
Magnesio che è un vasodilatatore
—–> Anticoagulante
—–> ARTERIE PIU’ ELASTICHE
—–>

DIMINUISCE LA POSSIBILITA’ di ICTUS